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6 Febbraio 2025Riapre l’area industriale interna alla Casa di reclusione di Milano Bollate. La nuova realtà produttiva sarà gestita da Coimec Spa, azienda leader nel mondo della coibentazione industriale di strutture pubbliche e petrolifere, che dall’agosto scorso ha già formato e successivamente assunto 12 detenuti.
L’iniziativa è stata presentata oggi nell’istituto penitenziario milanese dal provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria Maria Milano Franco D’Aragona, dal presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano Giovanna Di Rosa, dalla responsabile della Sostenibilità di Lendlease-Programma 2121 Nadia Boschi, dall’amministratore unico di Coimec Spa Nunzio Perna e dal direttore dell’istituto penitenziario Giorgio Leggieri. Con un videomessaggio è intervenuto anche il capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Russo.
Il progetto nasce come partnership tra pubblico e privato per offrire possibilità formative e lavorative ai detenuti e contrastare il rischio della recidiva. Coinvolge Regione Lombardia, Comune di Milano, Ministero della Giustizia–DAP, Tribunale di sorveglianza di Milano, multinazionale Lendlease e si inserisce nell’ambito del Programma 2121 che riunisce aziende attive nella riqualificazione dell’ex area Expo 2015.
L’area industriale di Bollate nasce nel maggio 2020 con il programma #ricuciamo, finalizzato alla produzione industriale di mascherine protettive. Nel marzo 2024 viene avviata la dismissione dell’area con la messa in sicurezza dei macchinari all’interno di 8 container coibentati. Vengono così aperte diverse interlocuzioni con aziende interessate a subentrare nell’area industriale e ad avviare una riconversione produttiva che consenta ai 22 detenuti coinvolti di non perdere il lavoro.
Grazie a una variante al Programma 2121 presso Mind District, viene individuata Coimec, azienda leader nel mondo nella coibentazione industriale di strutture pubbliche e petrolifere. Lo scorso agosto una parte dell’officina viene installata nell’area industriale del carcere di Bollate e i primi 12 detenuti, adeguatamente formati, iniziano a lavorare nella produzione di lamierini di alluminio. La successiva acquisizione di macchinari avanzati permetterà di aumentare significativamente la produttività, ridurre i tempi di lavorazione e portare a 25 il numero di detenuti impiegati.
Con l’adesione di COIMEC al Programma 2121, inoltre, altri 30 detenuti di Milano Bollate sono stati avviati al lavoro nei cantieri di Mind District.
“L’iniziativa odierna rappresenta una delle occasioni più importanti in cui finalmente si può parlare di economia penitenziaria”, ha affermato il capo del DAP, Giovanni Russo. “Quello che presentiamo oggi è un vero e proprio progetto industriale: la storia di un percorso di crescita e di evoluzione, nato in conseguenza della pandemia e che oggi prosegue grazie alla collaborazione di tanti soggetti coinvolti. Una filosofia molto avanzata, quindi, che pone al centro dell’esecuzione della pena i veri bisogni, anche in prospettiva, dei detenuti”.
“Programma 2121 ha dimostrato con tre valutazioni SROI, di essere un modello di altissima validità”, ha commentato Nadia Boschi, Head of Sustainability Italy & Continental Europe. Questo progetto con il carcere di Bollate e con l’azienda Coimec è strategico allo scale-up di Programma 2121, in quanto mira al superamento di un vulnus operativo: capitalizzare lo iato tra tempo della pubblica amministrazione e tempo dell’industria, fornendo al detenuto in attesa di art. 21 di formarsi e farsi conoscere dall’azienda e permettendo all’azienda di avere personale formato pronto ad un inserimento lavorativo in ambiente non protetto tipico di Programma 2121 non appena l’art 21 sarà concesso”.
“L’inaugurazione della nuova sede industriale di Coimec come variante del programma 2121 per noi rappresenta molto più di una semplice espansione industriale – afferma Nunzio Perna, Amministratore Delegato Coimec – è un simbolo concreto del nostro impegno come azienda verso una visione di crescita che mette al centro non solo l’innovazione e la produttività, ma anche l’inclusione e la responsabilità sociale. Ci è stato richiesto di entrare a far parte del programma, oggi siamo noi a ringraziare il Ministro Nordio e il capo del DAP Giovanni Russo di questa grande opportunità per il valore umano e culturale che esprime”.